Pazienti (FAQ)

Il paziente, i suoi familiari, il cittadino, hanno diritto a un'informazione corretta e comprensibile. Qui alcune risposte alle domande più ricorrenti.

Diagnostica scintigrafica

Come si effettua la scintigrafia

L’indagine scintigrafica si articola in diverse fasi:

  • La somministrazione del tracciante avviene nella maggior parte dei casi per via endovenosa, ma per alcune indagini specifiche si utilizzano la somministrazione per via orale, per inalazione o per iniezione intradermica.
  • Il periodo di attesa tra la somministrazione del tracciante e l’esame scintigrafico può variare, a seconda del tipo di esame da eseguire, da alcuni minuti a qualche ora, o addirittura qualche giorno, in base al differente meccanismo di accumulo nell’organo del radiofarmaco utilizzato (vedi schede dei singoli esami).
  • L’esecuzione della scintigrafia avviene facendo distendere il paziente sul lettino della Gamma Camera e posizionando il rilevatore vicino alla parte del corpo da esaminare. Il rilevatore può muoversi lungo il corpo o ruotare intorno ad esso in relazione al tipo di indagine richiesta.
     

La Gamma Camera non produce radiazioni, ma le registra rilevandole dall’organo in esame. Durante lo studio scintigrafico è necessario togliere gli oggetti metallici dal campo di rilevazione che, altrimenti, possono alterare la qualità della immagine risultante. 

La scintografia è dolorosa e/o pericolosa?

No, non è dolorosa; l’unico disagio è il fastidio provocato dalla iniezione endovenosa, attraverso la quale viene somministrato il tracciante.
L’indagine non è assolutamente pericolosa; la quantità di radiazioni assorbita dal corpo è molto piccola e la dose al paziente è inferiore o paragonabile a quella dei più comuni esami radiologici. I radiofarmaci non sono tossici e generalmente non provocano effetti secondari né allergie. Tuttavia è opportuno segnalare al medico eventuali precedenti episodi di reazione allergiche (per esempio ai mezzi di contrasto radiologici) ed eventuali malattie allergiche (p.es. rinite allergica, asma).

Chi può effettuare la scintigrafia?

Chiunque, in presenza di motivata e precisa indicazione medica può essere sottoposto ad uno studio scintigrafico, dal neonato alla persona anziana.

Gravidanza

Generalmente gli esami scintigrafici non vengono eseguiti in corso di gravidanza. Pertanto le donne in gravidanza o che presentano ritardo del ciclo mestruale devono segnalarlo al Medico Nucleare o al Tecnico di Medicina Nucleare prima dell’iniezione. Nei casi di dubbi verrà richiesto un test di gravidanza

È importante sapere che se la gravidanza insorge successivamente all’indagine scintigrafica, anche a breve distanza di tempo dalla esecuzione dell’esame, non esiste alcun problema per il feto.

Allattamento

Il Medico Nucleare o il Tecnico di Medicina Nucleare devono essere avvisati di questa circostanza e forniranno istruzioni sul periodo della eventuale interruzione dell’allattamento al seno, che, può variare in relazione al radiofarmaco somministrato, da alcune ore a 1-2 giorni.

È necessaria una preparazione alla scintigrafia?

Generalmente no; in casi particolari la preparazione da eseguire viene comunicata al momento della prenotazione dell’esame.

È necessario sospendere la terapia farmacologica in atto?

Normalmente no; qualora fosse indispensabile interrompere l’assunzione degli eventuali farmaci assunti regolarmente dal paziente, le indicazioni sulla modalità e la durata della sospensione vengono fornite al momento della prenotazione della scintigrafia.

Cosa succede al termine della scintigrafia?

Le persone che hanno eseguito l’indagine scintigrafica possono riprendere tutte le loro normali attività ed abitudini. I radiofarmaci usati sono eliminati rapidamente dall’organismo, generalmente in alcune ore. È consigliabile che per le 3 ore successive al termine dell’esame, il paziente eviti un contatto diretto con bimbi piccoli (< 2 anni) e donne in gravidanza. In casi particolari sarà premura del Medico Nucleare fornire ulteriori informazioni.

PET-CT

Come si effettua la PET-CT

 L’indagine PET-CT si articola in diverse fasi:

  • La somministrazione del tracciante avviene per via endovenosa. Per alcune indicazioni la somministrazione è preceduta dalla misurazione dei valori di glicemia.
  • Il periodo di attesa tra la somministrazione del tracciante e l’esame PET/CT può variare da alcuni minuti a circa un’ora, in base al differente meccanismo di accumulo nell’organo del radiofarmaco utilizzato (vedi schede dei singoli esami).
  • L’esecuzione dell’esame PET/CT avviene facendo distendere il paziente sul lettino dell’apparecchiatura. Il lettino scorrerà all’interno dell’anello di rilevazione del tomografo permettendo lo studio del corpo intero o di parti di esso in relazione al tipo di indagine richiesta.

Il tomografo PET non produce radiazioni, ma le registra rilevandole dalle parti del corpo in esame. L’indagine è completata dall’esecuzione di una scansione tomografica radiologica (CT) che può essere associata , in relazione all’indicazione all’esame alla somministrazione di mezzo di contrasto secondo i consueti protocolli di studio in uso in radiologia.
Durante l’esame PET/CT è necessario togliere gli oggetti metallici dal campo di rilevazione che, altrimenti, possono alterare la qualità della immagine risultante. 

L'esame PET/CT è doloroso e/o pericoloso?

No, non è doloroso; l’unico disagio è il minimo fastidio provocato dalla iniezione endovenosa, attraverso la quale viene somministrato il tracciante.
L’indagine non è assolutamente pericolosa; la quantità di radiazioni assorbita dal corpo è molto piccola e la dose al paziente è paragonabile a quella dei più comuni esami radiologici. I radiofarmaci non sono tossici e generalmente non provocano effetti secondari né allergie. Tuttavia è opportuno segnalare al medico eventuali precedenti episodi di reazione allergiche (per esempio ai mezzi di contrasto radiologici) ed eventuali malattie allergiche (p.es. rinite allergica, asma).

Chi può effettuare l'indagine PET/CT?

Chiunque, in presenza di motivata e precisa indicazione medica può essere sottoposto ad uno studio PET/CT, dal bambino alla persona anziana.

Gravidanza

Generalmente gli esami PET-CTi non vengono eseguiti in corso di gravidanza. Pertanto le donne in gravidanza o che presentano ritardo del ciclo mestruale devono segnalarlo al Medico Nucleare o al Tecnico di Medicina Nucleare prima dell’iniezione. Nei casi di dubbi verrà richiesto un test di gravidanza. 
È importante sapere che se la gravidanza insorge successivamente all’indagine PET-CT, anche a breve distanza di tempo dalla esecuzione dell’esame, non esiste alcun problema per il feto.

Allattamento

Il Medico Nucleare o il Tecnico di Medicina Nucleare devono essere avvisati di questa circostanza e forniranno istruzioni sul periodo della eventuale interruzione dell’allattamento al seno che, in relazione al radiofarmaco somministrato, può variare nell’ambito di alcune ore. 

È necessaria una preparazione prima della PET/CT?

Generalmente no: è sufficiente presentarsi a digiuno da almeno 6 ore.
In casi particolari la preparazione da eseguire viene comunicata al momento della prenotazione dell’esame.

È necessario sospendere la terapia farmacologica in atto?

 Normalmente no; qualora fosse indispensabile interrompere l’assunzione di alcuni farmaci, le indicazioni sulla modalità e la durata della sospensione vengono fornite al momento della prenotazione dell’esame.

Cosa succede al termine della PET/CT?

Le persone che hanno eseguito l’indagine possono riprendere tutte le loro normali attività ed abitudini. I radiofarmaci usati sono eliminati rapidamente dall’organismo, generalmente in poche ore. È consigliabile che per le 3 ore successive al termine dell’esame, il paziente eviti un contatto diretto con bimbi piccoli (< 2 anni) e donne in gravidanza. In casi particolari sarà premura del Medico Nucleare fornire ulteriori informazioni.

Cosa succede se mi ricoverano in ospedale?

In caso di ricovero imprevisto, informate il medico che siete stati sottoposti di recente ad un esame di Medicina Nucleare. Questa norma vale anche se siete ricoverati nello stesso ospedale in cui avete eseguito l’esame. Il team della Medicina Nucleare  è a completa disposizione per eventuali altre domande.

PET-CT

Come si effettua la PET-CT

 L’indagine PET-CT si articola in diverse fasi:

  • La somministrazione del tracciante avviene per via endovenosa. Per alcune indicazioni la somministrazione è preceduta dalla misurazione dei valori di glicemia.
  • Il periodo di attesa tra la somministrazione del tracciante e l’esame PET/CT può variare da alcuni minuti a circa un’ora, in base al differente meccanismo di accumulo nell’organo del radiofarmaco utilizzato (vedi schede dei singoli esami).
  • L’esecuzione dell’esame PET/CT avviene facendo distendere il paziente sul lettino dell’apparecchiatura. Il lettino scorrerà all’interno dell’anello di rilevazione del tomografo permettendo lo studio del corpo intero o di parti di esso in relazione al tipo di indagine richiesta.

Il tomografo PET non produce radiazioni, ma le registra rilevandole dalle parti del corpo in esame. L’indagine è completata dall’esecuzione di una scansione tomografica radiologica (CT) che può essere associata , in relazione all’indicazione all’esame alla somministrazione di mezzo di contrasto secondo i consueti protocolli di studio in uso in radiologia.
Durante l’esame PET/CT è necessario togliere gli oggetti metallici dal campo di rilevazione che, altrimenti, possono alterare la qualità della immagine risultante. 

L'esame PET/CT è doloroso e/o pericoloso?

No, non è doloroso; l’unico disagio è il minimo fastidio provocato dalla iniezione endovenosa, attraverso la quale viene somministrato il tracciante.
L’indagine non è assolutamente pericolosa; la quantità di radiazioni assorbita dal corpo è molto piccola e la dose al paziente è paragonabile a quella dei più comuni esami radiologici. I radiofarmaci non sono tossici e generalmente non provocano effetti secondari né allergie. Tuttavia è opportuno segnalare al medico eventuali precedenti episodi di reazione allergiche (per esempio ai mezzi di contrasto radiologici) ed eventuali malattie allergiche (p.es. rinite allergica, asma).

Chi può effettuare l'indagine PET/CT?

Chiunque, in presenza di motivata e precisa indicazione medica può essere sottoposto ad uno studio PET/CT, dal bambino alla persona anziana.

Gravidanza

Generalmente gli esami PET-CTi non vengono eseguiti in corso di gravidanza. Pertanto le donne in gravidanza o che presentano ritardo del ciclo mestruale devono segnalarlo al Medico Nucleare o al Tecnico di Medicina Nucleare prima dell’iniezione. Nei casi di dubbi verrà richiesto un test di gravidanza. 
È importante sapere che se la gravidanza insorge successivamente all’indagine PET-CT, anche a breve distanza di tempo dalla esecuzione dell’esame, non esiste alcun problema per il feto.

Allattamento

Il Medico Nucleare o il Tecnico di Medicina Nucleare devono essere avvisati di questa circostanza e forniranno istruzioni sul periodo della eventuale interruzione dell’allattamento al seno che, in relazione al radiofarmaco somministrato, può variare nell’ambito di alcune ore. 

È necessaria una preparazione prima della PET/CT?

Generalmente no: è sufficiente presentarsi a digiuno da almeno 6 ore.
In casi particolari la preparazione da eseguire viene comunicata al momento della prenotazione dell’esame.

È necessario sospendere la terapia farmacologica in atto?

 Normalmente no; qualora fosse indispensabile interrompere l’assunzione di alcuni farmaci, le indicazioni sulla modalità e la durata della sospensione vengono fornite al momento della prenotazione dell’esame.

Cosa succede al termine della PET/CT?

Le persone che hanno eseguito l’indagine possono riprendere tutte le loro normali attività ed abitudini. I radiofarmaci usati sono eliminati rapidamente dall’organismo, generalmente in poche ore. È consigliabile che per le 3 ore successive al termine dell’esame, il paziente eviti un contatto diretto con bimbi piccoli (< 2 anni) e donne in gravidanza. In casi particolari sarà premura del Medico Nucleare fornire ulteriori informazioni.

Cosa succede se mi ricoverano in ospedale?

In caso di ricovero imprevisto, informate il medico che siete stati sottoposti di recente ad un esame di Medicina Nucleare. Questa norma vale anche se siete ricoverati nello stesso ospedale in cui avete eseguito l’esame. Il team della Medicina Nucleare  è a completa disposizione per eventuali altre domande.