Radiologia urogenitale

Refertazione delle principali patologie del sistema urinario e genitale, dalla diagnostica iniziale al follow-up.

Obiettivi clinici

La radiologia urogenitale comprende tutti gli esami diagnostici inerenti l'apparato genitale maschile e l'apparato urinario, ovvero l'insieme degli organi deputati all'escrezione urinaria (reni, ureteri e vescica), assieme agli organi e ai sistemi deputati alla riproduzione (prostata, pene e testicoli nell'uomo; utero, ovaie e vagina nella donna). 

Esami e diagnosi

Ecografia urogenitale

L'ecografia o ultrasonografia è una metodica che permette, attraverso l'utilizzo di ultrasuoni emessi da una sonda ecografica, lo studio delle parti molli del corpo senza l'impiego dei raggi X. L’esame non comporta alcun rischio per il paziente e rappresenta la metodica di scelta per l'approccio iniziale a diverse patologie del sistema urinario e genitale (reni, vescica, prostata, testicolo). 
Grazie alla sua rapidità di esecuzione, alla non invasività e all’elevata sensibilità, è in grado di fornire importanti informazioni morfologiche necessarie per un inquadramento iniziale di patologia o per il follow-up di una patologia nota o post-operatoria. 

 

Principali indicazioni 
Grazie all'ecografia si possono valutare accuratamente diverse patologie urogenitali flogistiche/infettive (nefrite, cistite, prostatite, orchi-epididimite), la patologia litiasica (calcolosi) renale, la patologia traumatica in urgenza/emergenza e l'approccio iniziale/follow-up di patologie neoplastiche. 

 

Come si effettua  
Il radiologo esaminerà su uno schermo le immagini prodotte da una sonda che viene fatta scorrere sul corpo del paziente. L'esame dura circa 15-20 minuti.  

 

Preparazione necessaria 
Non è necessaria una preparazione specifica. 

Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)

La tomografia assiale computerizzata (TAC) è una tecnica di indagine radiodiagnostica con la quale è possibile ottenere delle immagini in sezione e tridimensionali dell’anatomia esaminata, basata sull’attenuazione di un fascio di raggi X mentre attraversa una sezione corporea. 
Per migliorare la qualità delle immagini e consentire una caratterizzazione di eventuali patologie, è spesso indicata la somministrazione di un mezzo di contrasto a base di iodio per via endovenosa. 

 

Principali indicazioni 
In ambito urogenitale l’esame TAC permette, per esempio, la visualizzazione e localizzazione di calcoli renali o lungo il decorso dell’uretere per permettere al medico urologo di scegliere l’approccio terapeutico migliore. 
Vi è anche la possibilità di somministrare del mezzo di contrasto per via endovenosa, in modo da ottenere una migliore visualizzazione delle vie escretrici (reni, ureteri, vescica), per differenziare varie patologie e ottenere informazioni maggiori su tutta la morfologia e il funzionamento dell’apparato in esame. 

 

Come si effettua 
La TAC non è un esame invasivo, tuttavia necessita di un certo grado di preparazione e la collaborazione del paziente, specialmente se si effettua con mezzo di contrasto. Per poter ottenere un esame di ottima qualità potrà essere richiesto al paziente di presentarsi a digiuno da 4 ore (è consentito bere acqua) e di restare totalmente immobili durante tutta la durata dell'esame seguendo le indicazioni del personale tecnico per quanto riguarda la respirazione. 
Il paziente viene posizionato sdraiato sul lettino TAC, che si muoverà all'interno di un anello durante il processo di acquisizione delle immagini. Nel caso in cui dovesse essere iniettato un liquido di contrasto si procederà alla posa di una via venosa periferica in genere all'arto superiore. È importante segnalare tempestivamente qualunque tipo di allergia. L'esame è rapido, la sua durata può variare da pochi minuti fino ad un massimo di 25 minuti. 

 

Rischi 
Raramente il mezzo di contrasto somministrato per via endovenosa può causare, nel punto di iniezione, un ematoma o può stravasare fuori dalla vena. Un effetto collaterale transitorio può essere la sensazione di calore o nausea. L’allergia vera o orticaria sono rare. Se il paziente da sottoporre all’esame TAC ha reazioni allergiche note o ha già avuto allergie al contrasto, è necessario segnalarle al tecnico di radiologia medica o al proprio medico. 

Risonanza magnetica (RM)

La RM non richiede l’uso di raggi X: le immagini del corpo umano sono realizzate con l’utilizzo di campi magnetici e onde radio. 
 

Principali indicazioni: 

  • RM prostata: 45 min, con mezzo di contrasto in vena.
  • RM reni: ca. 30 min, con mezzo di contrasto in vena.
  • RM vescica: ca. 45 min, con mezzo di contrasto in vena.
  • RM whole body (tutto il corpo): ca 60 min, senza mezzo di contrasto. 

 

Come si effettua 
È necessario comunicare prima dell'esame al personale ospedaliero la presenza di eventuali condizioni che potrebbero controindicare l’esame, come apparecchi dentari o acustici, l'impianto di pacemaker, valvole cardiache, defibrillatori, neuromodulatori, pompe per infusione di farmaci e/o ulteriori apparecchi elettrici nel corpo, clip vascolari, protesi e/o oggetti di metallo all'interno del corpo, tatuaggi, interventi chirurgici ortopedici, agli occhi o alla testa. Importante è segnalare la presenza di un’eventuale claustrofobia o precedenti reazioni avverse al mezzo di contrasto paramagnetico. 
Risulta molto importante per la qualità delle immagini la buona collaborazione del paziente. In particolare è necessario rimanere assolutamente fermo con tutto il corpo e seguire attentamente i comandi per i periodi di apnea (fino ca. 15 sec.) forniti dal tecnico di radiologia. 
Per effettuare l’esame il paziente deve sdraiarsi in posizione supina sul lettino della RM, dove verrà posizionato un supporto al di sopra del torace, contenente le bobine di radiofrequenza, necessarie per acquisire il segnale che formerà poi le immagini. Durante l’acquisizione delle immagini vi sarà un rumore di fondo, che verrà attenuato dall’uso di apposite cuffie. L’esame può durare dai 30 ai 60 minuti. 
Nel caso in cui dovesse essere iniettato un liquido di contrasto si procederà alla posa di una via venosa periferica in genere a livello dell’arto superiore. È importante segnalare tempestivamente qualunque tipo di allergia. 

 

Rischi 
I rischi di un esame RM sono minimi. Il contrasto raramente può causare, nel punto di iniezione, un ematoma o può stravasare fuori dalla vena. L’allergia vera o orticaria è stata raramente descritta. Se il paziente ha reazioni allergiche note o ha già avuto allergie al contrasto, è necessario segnalarle comunque al tecnico di radiologia medica o al medico. Si raccomanda al paziente di rimanere 30 min in ospedale dopo l’esame qualora abbia ricevuto contrasto; qualora presenti tardivamente a casa arrossamenti sulla pelle o disturbi respiratori è importante rivolgersi e segnalarli al medico o al pronto soccorso.